La Russia avanza contro le dichiarazioni provocatorie e le minacce di alcuni funzionari occidentali contro la Federazione russa. Il ministro della Difesa di Mosca, Sergej Soigu, ha dichiarato a Ria Novosti che Putin ha ordinato di dare il via ad esercitazioni sull’uso di armi nucleari non strategiche. Le esercitazioni coinvolgono la Marina e le truppe di base vicino al confine ucraino. “È ovvio che stiamo parlando delle dichiarazioni di Macron e dei rappresentanti britannici”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Si pongono le basi per una nuova fase di escalation, che vedrà l’adozione di misure speciali e la nascita di nuovi scenari, che destano forti preoccupazioni anche in Europa.
Escalation Militare e Corsa agli Armamenti
La strategia dell’escalation militare che la Nato sta perseguendo ci apre la strada ad un’imminente corsa agli armamenti. Sono state inviate armi ad oltranza e missili a lunga gittata. Si apre adesso il dibattito sulla partecipazione degli uomini, dunque sull’invio delle truppe che porterebbe in breve tempo l’Europa a vivere una catastrofe mondiale.
Appelli per la Pace
“Pace e sviluppo hanno destini incrociati. Non può esservi l’uno, senza l’altra. Viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della seconda guerra mondiale che divorano enormi risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo”. Sono le parole del Presidente Mattarella, nel discorso all’Onu per la conferenza su pace, giustizia e istituzioni. Il Presidente della Repubblica, ribadisce che l’Onu sia la principale fonte di dialogo e collaborazione.
Richiami alla Potenza Militare: Ucraina ed Europa
Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, afferma: «L’Europa vive una nuova corsa agli armamenti. C’è una guerra che va vinta, e non bisogna far finta che non esista. Non possiamo fermare Putin con dichiarazioni politiche, ma è possibile farlo solo con una potenza di fuoco superiore». Dall’equivalente pensiero è il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton: «Le nostre industrie di difesa devono entrare in una modalità di economia di guerra, in modo che possano produrre più velocemente e di più, con l’obiettivo di continuare ad aiutare l’Ucraina, ma anche di proteggere l’Europa». Bruxelles comprende l’inizio di una guerra di produzione.
Preparativi per una “Guerra di Produzione”
Una “guerra di produzione” implicherebbe un aumento significativo della produzione industriale e della fabbricazione di beni per sostenere lo sforzo bellico. Ciò potrebbe portare a una maggiore pressione sulle risorse, sulla forza lavoro e sull’ambiente. Cambierebbero le politiche economiche e sociali per favorire la produzione, come incentivi fiscali per le imprese. Le tensioni internazionali e l’aumento delle spese militari, inciderebbero sulla stabilità geopolitica. Nel mondo del lavoro, una guerra di produzione potrebbe portare a una maggiore domanda di lavoro nei settori legati alla produzione di beni militari, e materiali di supporto. Ciò potrebbe tradursi in un aumento delle assunzioni nelle industrie manifatturiere, nella logistica e nei trasporti, nonché nei settori correlati come l’ingegneria, la ricerca e lo sviluppo. Tuttavia, potrebbe verificarsi un aumento della pressione sui lavoratori a causa delle lunghe ore di lavoro e delle scadenze più strette, che in Italia non sono già ben spesso tutelate.Inoltre, molti settori potrebbero essere meno prioritari durante il periodo di guerra.
-Noemi Santagata